Google+ Viaggio Senza Vento: VIAGGI - Turistas "entre Comillas"

venerdì 10 gennaio 2014

VIAGGI - Turistas "entre Comillas"

Lo sapevate che in un paesino di soli 2500 abitanti sulla costa cantambra si nasconde un’incredibile opera dell’architetto spagnolo Antoni Gaudì? Nemmeno noi! Lo abbiamo scoperto grazie a due couchtsurfers argentine che abbiamo ospitato per una notte. Julieta e Micaela sono in giro per l’Europa da sette mesi alla ricerca di cose belle da vedere e da vivere. Due ragazze così solari, aperte e simpatiche che pur essendo rimaste con noi solo due giorni, ci sembra di conoscerle da una vita! 

Santander

Volevamo far loro da guida tra le meraviglie di Santander, e così è stato naturalmente: ormai conosciamo bene la città e le passeggiate, è vero, sono sempre quelle (i paesaggi selvaggi verso il faro, la penisola del Palazzo della Maddalena, il centro, le spiagge) ma non ce ne stanchiamo mai! Saranno l’eterno mutare dell’oceano, della luce e dei colori, o forse l’atmosfera quasi magica che si respira, sta di fatto che, lo stesso panorama non è mai uguale al giorno prima. Per questo, anche se dal balcone possiamo vederla, questa immensa distesa archetipa, che qui chiamano La Mar (come se fosse una madre o una dea), non riusciamo a starle lontano per più di due giorni e quando abbiamo ospiti, che siano amici vecchi o nuovi o futuri, non vediamo l’ora di condividere con loro queste emozioni. E poi si sa, quando devi “fare da cicerone” riscopri la tua città, noti particolari che ti erano incredibilmente sfuggiti, cogli nuovi significati negli aneddoti che già conoscevi, impari ogni volta qualcosa di inaspettato. Forse perché presti maggior attenzione, forse perché ogni volta la guardi con occhi diversi. 

Santander Cantabria

Santander Cantabria

Santander Cantabria

Insomma, anche con Julieta e Micaela ci siamo divertiti a far da guide turistiche, ma questa volta è successo qualcosa che non ci aspettavamo: il secondo giorno sono state loro a guidare noi alla scoperta di un pueblito a solo un’ora di bus da casa, piccolo ma così ricco di arte, architettura e storia che non potevamo credere di essercelo lasciato sfuggire! Sveglia all’alba (che qui significa le otto e mezza), zaini in spalla e via, direzione Comillas. È l’8 gennaio, ci sono un sole splendente e 20°, la giornata comincia benissimo!

Santander amanecer

Appena arrivati abbiamo capito che si trattava veramente di un paesino ricco di sorprese, tra stradine medievali, palazzi ottocenteschi e le tipiche architetture spagnole con facciate di ispirazione araba e inserti in ceramica; montagne innevate a sud-ovest e oceano a nord. In Italia lo definiremmo “un paese di due anime”, eppure se lo volete visitare avrete bisogno di almeno una giornata piena.
Vale sicuramente la pena di vedere l’Universidad Pontificia, El Cemeterio e la Fuente de los Tres Caños (vi consiglio di riempirvi le borracce con l’acqua di questa fontana perché è davvero buonissima). Ma i tesori di Comillas sono il Palacio de Sobrellano con la sua Cappella Pantéon e soprattutto El Capricho di Antoni Gaudì.

Antoni Gaudì Il Capriccio

Tutto ebbe inizio con il Palacio de Sobrellano, commissionato dal Marqués de Comillas all’architetto catalano Joan Martorell nel 1881. Joan Martorell si occupò della splendida struttura in stile neogotico modernista, ma affidò la progettazione degli arredi per la cappella al suo giovane assistente: Antoni Gaudì. Il suo lavoro piacque così tanto che il cognato del Marchese, Maxìmo Diaz de Quijano, decise di affidagli il progetto di una villa estiva da costruirsi proprio a lato del Palacio de Sobrellano. Il risultato ovviamente è spettacolare, ed è tanto più interessante se consideriamo che si tratta di una delle prime opere gaudìniane, preludio di tante altre realizzate soprattutto in Catalugna (fanno eccezione solo El Capricho, la Casa Botines e il Palacio Encantado, rispettivamente a Comillas, León e Astorga).

Ora, non preoccupatevi, non vi annoierò con i dettagli architettonici e di stile, come l’alternanza tra le suggestioni orientali e le influenze medievaleggianti, come l’utilizzo di volumi rettangolari che si scioglieranno solo anni dopo nelle sinuose linee curve che caratterizzano le opere successive dell’architetto o come la particolarità dell’ingresso costruito come un tempietto composto da quattro colonne di pietra i cui capitelli sono decorati con uccelli che riposano su foglie di palma. E sicuramente non vi interesserà sapere che si riscontra qui la predilezione di Gaudì per materiali come la ceramica invetriata e il ferro battuto, quindi non mi dilungherò nemmeno sull’uso del legno per i rivestimenti interni e sul senso di orizzontalità che i mattoni e le piastrelle sulle pareti esterne donano all’edificio in contrapposizione con la verticalità di alcuni elementi costruttivi. Di sicuro se mi lasciassi trasportare vi parlerei degli arredi, studiati ad hoc per la casa, della disposizione degli ambienti nobili al primo piano e di servizio al seminterrato, dell’introduzione dell’elemento a torretta-belvedere che poi tornerà sempre nelle opere di questo geniale architetto, ma non farò nulla di tutto ciò… ops… troppo tardi! :v

Bene, adesso che sono riuscita subdolamente a propinarvi nozioni che probabilmente interessano solo a me e ad altri 2 o 3 appassionati di arte, possiamo passare agli aneddoti.
Per esempio, lo sapevate perché i girasoli sono il principale motivo decorativo delle piastrelle che rivestono l’esterno? Perché Gaudì, ispirandosi al movimento di questo fiore, ha concepito la pianta dell'edificio in modo che le attività quotidiane seguissero gli spostamenti del sole. Così gli spazi destinati alle attività mattutine sono orientati verso sud, mentre quelli occupati nel pomeriggio sono orientati verso ponente.
E lo sapevate perché i balconi hanno panchine integrate nella ringhiera? Perché in questo modo chi si siede su di esse può comodamente contemplare… non il paesaggio, bensì la struttura stessa!
A proposito di questo… chi è quell’uomo seduto in giardino? È una statua dello stesso Gaudì che contempla la sua opera (quando si dice la modestia!). 

Gaudì Capriccio

E come mai la casa è chiamata El Capricho (Il Capriccio)? Il suo vero nome è Villa Quijano, ma gli fu attribuito il nome “Capriccio”, tenendo conto della passione per la musica di Máximo Díaz de Quijano, musicista dilettante. Per questo stesso motivo Gaudì ha disseminato alcuni ambienti di elementi decorativi a tema musicale. In una delle vetrate del bagno per esempio troviamo un uccello rapace posato sui tasti di un pianoforte e un’ape che suona una chitarra.

Chiudiamo qui il racconto di questa nostra gita, una delle tante alla scoperta di questa terra meravigliosa in cui viviamo, la Cantabria, e vi lasciamo con qualcuna delle nostre foto da turistas… entre comillas (turisti tra virgolette).

Cantabria
Comillas
Cantabria
Comillas
Comillas
Fuente de los Tres Caños
Comillas
Palacio de Sobrellano
Comillas
Palacio de Sobrellano
Comillas
Palacio de Sobrellano e Universidad Pontificia
Comillas
Palacio de Sobrellano, Cappella Pantéon
Comillas
Antoni Gaudì, El Capricho
torretta belvedere
Antoni Gaudì, El Capricho - Torretta belvedere
giardino
Antoni Gaudì, El Capricho - Giardino
ingresso
Antoni Gaudì, El Capricho - Ingresso
capitello
Antoni Gaudì, El Capricho - Capitello

JessB

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