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domenica 9 febbraio 2014

MUSICA [Live] - Calibro 35 a Barcellona

Barcellona

I Calibro 35 approdano in Spagna per la prima volta e lo fanno alla loro maniera: suonando da dio. Il tour europeo a supporto del nuovo disco li ha visti protagonisti prima nei paesi balcanici e in questi giorni a Zaragoza, Barcellona, due date a Madrid, proseguirà verso altre capitali quali Londra e Parigi, e infine si concluderà in Italia ad aprile. Il concerto di Barcellona si è svolto nel Marula Café, un intimo disco-pub in una piccola calle malfamata (manco a dirlo) del Barrio gotico, il centro storico della città. La location ideale per la loro proposta: palco piccolo e poco rialzato, a stretto contatto con il pubblico spagnolo (e italiano) che li circondava su ogni lato, colonne, soffitto basso e luci stroboscopiche. Suoni perfetti fin da subito, così come la scaletta, improntata su tutti e quattro i dischi, in particolare il primo omonimo, già culto, e l'ultimo, ottimo, Traditori di tutti. Ancora qualche cover (Summertime killer, Gangster story) ma soprattutto inediti, quasi a volersi affrancare dall'etichetta di gruppo che rifà le colonne sonore dei film polizziotteschi anni '70. Uh Ah Brr, le due Ogni riferimento, l'abrasiva Stainless steel o la sensuale The butcher's bride non sfigurerebbero certo tra i capisaldi del genere composti da maestri quali Ennio Morricone. Ma c'è anche dell'altro, il funk, il jazz, il rock alternativo e la psichedelia vengono fusi perfettamente tra loro in Notte in Bovisa, Piombo in bocca, Eurocrime!, a volte anche con sfumature etniche (New Dehli Deli, Shake Balera). Dopo un paio d'ore molto intense il gran finale viene affidato a Tubolar bells pt.1 di Mike Oldfield (Quella de L'esorcista per intenderci). Ciò che impressiona di più dei Calibro 35 è la precisione chirurgica con la quale uniscono ritmiche spesso complicatissime a melodie accattivanti che si stampano in testa fin dal primo ascolto, dal vivo arricchite e colorate da nuove sfumature di classe. Insomma, tanta buona musica e poche parole, giusto qualche siparietto di Enrico Gabrielli che si lancia più volte in uno spagnolo improbabile (Ma anche in italiano non mancano gli sketch: «Ghe sboro» su tutti). Finito il set due chiacchiere con Fabio (Batteria) ed Enrico (Tastiere, sax, flauto traverso, il quale mi ha anche offerto il suo whisky...) per poi lasciarli andare verso Madrid, a portare forse il meglio che la scena musicale italiana ha da offrire attualmente.


M.M.

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